Sunday, April 17, 2011

Il limite di non avere limiti

“Limitless” di Burger in superficie è molto accattivante ma senza contenuti

Uno scrittore fallito, Eddie Morra, scopre una pillola che allarga a dismisura i limiti della sua coscienza, permettendogli di usare intelligenza e creatività al loro massimo potenziale. Naturalmente la sua vita cambia radicalmente, in positivo perché successo e ricchezza diventano immediatamente accessibili, in negativo perché l’assunzione della pillola ha conseguenze impreviste.

Una premessa eccitante, che promette sviluppi narrativi illimitati come il titolo del film, Limitless . Promesse mantenute? Sì e no. Sì perché Neil Burger, già autore di The illusionist , è uno di quei registi che credono che il cinema sia un mezzo magico, e si concedono la piena libertà di inventarsi i più complicati giochi di prestigio: Limitless è un luna park di trucchi di regia, di grafica, di colorizzazione, di montaggio stracolmo di sequenze a velocità accelerata come la mente del protagonista sotto l’effetto della pillola, di proporzioni distorte come le percepisce Eddie in stato di allucinazione, di effetti speciali acustici vertiginosi.

Sì anche perché l’attore che interpreta il ruolo di Eddie, quel Bradley Cooper che ha già messo a frutto con successo la sua bella faccia da schiaffi in Una notte da leoni e The A-Team , riesce a reggere sulle proprie spalle l’intero film attraverso un tour de force fisico ed emotivo (di fatto recita molti personaggi in uno, passando da scrittore sfigato a finanziere di successo, da supercarico tossicomane a straccio nelle fasi down) rivelando un carisma da star e una tenuta paragonabile, nel recente passato, solo a quella di Julia Roberts in Erin Brockovich : stessa capacità di non stancare lo spettatore, stesso talento per far sembrare facile, e legittimo, lo stare al centro di ogni inquadratura. Inoltre l’ironia, che è una caratteristica personale dell’attore, si adatta molto bene ai paradossi del film e al modo sarcastico in cui l’odissea di Eddie viene raccontata. Persino Robert De Niro, che in Limitless ha il ruolo di un finanziere senza scrupoli, cede il passo a quel mix originale di glamour e sensibilità che fanno di Cooper uno dei prim’attori più promettenti della sua generazione.

Il film merita invece un no perché, malgrado la sua superficie sia davvero accattivante, rimane appunto… superficie, perdendo l’occasione di trattare, anche attraverso una confezione glamour e un appeal da blockbuster, gli innumerevoli temi etici e filosofici che la premessa iniziale solleva: ad esempio, che danno reca a un individuo sapere che il suo successo è dovuto ad una pillola? Oppure: non potremmo fare di meglio, se il nostro potenziale fosse tanto amplificato, che dedicarci solamente all’arricchimento personale? E infine (questa è per il regista e i produttori fuori dal contesto del film): è giusto far sembrare gli aiutini farmaceutici una cosa così figa? Non si corre il rischio di incitare gli spettatori più sprovveduti ad imitare Eddie Morra, tanto più che le pillole per aumentare il proprio livello di energia e prontezza sono già disponibili sul mercato, almeno quello yankee? Immaginate la storia di Limitless in mano a Stanley Kubrick e avrete immediatamente la percezione di quale potente veicolo di esplorazione ontologica e di critica economico-sociale sarebbe potuto diventare. Invece, in mano a Neil Burger, è un action movie di ottima fattura ma di modeste pretese, per non parlare delle implausibilità che costellano la storia. In pratica, Limitless usa una porzione minima del proprio potenziale – il che contrasta radicalmente con la premessa del film, e con il suo titolo.

Se volete divertirvi per un paio d’ore con un film adrenalinico e visivamente stimolante e familiarizzarvi con un attore che sarà la star di domani, armatevi di popcorn e correte a vedere Limitless.

Se invece pensate che un film che solleva questioni profonde debba poi svilupparle fornendo anche spunti di riflessione, rivedetevi uno dei capolavori di Kubrick oppure, più modestamente, noleggiatevi il video di Inception di Christopher Nolan, il regista di cui Burger è una sorta di versione minore: tant’è vero che, quando entrambi hanno girato un film sulla magia, The prestige di Nolan ha mostrato ben altro spessore rispetto al pur valido The illusionist .

Source: http://www.europaquotidiano.it

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